Al Ministro dell’Interno Prefetto Matteo PIANTEDOSI
Al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio On. Alfredo MANTOVANO
Al Sottosegretario di Stato per l’Interno On. Emanuele PRISCO
Al Capo Dipartimento dei Vigli del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Prefetto Laura LEGA
Al Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Ing. Guido PARISI
All’Ufficio III – Relazioni Sindacali
Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Socc. Pubblico e Dif. Civile Viceprefetto Renata CASTRUCCI
Oggetto: Corpo Nazionale Vigili del Fuoco e organizzazione di volontariato denominata Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – continuano le problematiche sul territorio. Proposta di Legge regionale Toscana denominata “Disposizioni in materia di soccorso alpino e Speleologico” e sconfinamento nella gestione del Soccorso Pubblico”. Richiesta URGENTE di intervento.
Per l’ennesima volta, questa O.S. CONAPO è costretta a chiedere un Vostro urgente e risolutivo intervento riguardo l’Organizzazione di Volontariato denominata “Corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico” (C.N.S.A.S.).
Basti solo pensare alle situazioni che continuamente si registrano sul territorio, laddove, durante o a seguito di interventi di soccorso, sono nati contrasti fra i volontari del Soccorso Alpino e il personale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco (C.N.VV.F.), con il grave rischio di incidere negativamente anche sull’esito delle operazioni di soccorso.
L’ultimo esempio di una circostanza simile risale allo scorso 2 giungo 2023 nella provincia di Vicenza, in tale occasione, il Soccorso Alpino del Veneto ha attaccato direttamente il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ed i suoi uomini e il fatto è stato ripreso pubblicamente dai media (Il recupero sul Vaio Scuro diventa un ‘caso’: “Messi a rischio i soccorritori” – L’Eco Vicentino – allegato 1), come segnalatoci dalla sezione provinciale CONAPO di Vicenza (allegato 2) a riscontro della quale il Comandante prov.le, Ing. Andrea Gattuso, ha comunicato di aver dato informativa direttamente al Prefetto, dott. Salvatore Caccamo (allegato 3). Un assurdo modus operandi che sicuramente nulla giova al soccorso ai cittadini.
A complicare ulteriormente la situazione si registrano crescenti iniziative di alcuni Legislatori regionali che sconfinano in ambiti della legislazione nazionale.
Nuovamente si segnala che anche presso il Consiglio Regionale della Toscana è stata, ad aprile u.s., presentata una PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE che, nell’intenzione dei Consiglieri attivatori dell’iniziativa, dovrebbe fornire disposizioni in materia di soccorso alpino e speleologico, ma sconfina nell’attività (a legislazione nazionale) di Soccorso Pubblico (allegato 4).
Come è noto, le regioni non posseggono competenze in materia di Soccorso Pubblico, poiché tale materia è riservata al Ministero dell’Interno, che la esercita operativamente attraverso il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Si tratta dunque di un ambito giuridico del quale l’attività del soccorso alpino e speleologico rappresenta una mera species per i compiti derivanti dalla legislazione nazionale, che non possono però essere ampliati mediante legislazione regionale.
Nella proposta legislativa della Toscana, attualmente all’esame delle Commissioni (allegato 5) sono contenute previsioni per il sostegno al SAST (Soccorso Alpino e Speleologico Toscano), sulle quali la Regione ha, senza alcun dubbio, la libertà di adoperarsi come meglio crede, ma rimanendo esclusivamente nell’ambito delle proprie competenze. Detta proposta di legge invece, agli artt. 2 e 3, invade platealmente le competenze esclusive dello Stato in materia di Soccorso Pubblico, prevedendo che la Regione Toscana si avvalga dell’associazione di volontariato SAST per lo svolgimento delle stesse.
Qualora approvata dunque, la Regione Toscana si attiverebbe quindi per l’attuazione di compiti che sfuggono del tutto alle proprie competenze regionali.
Negli atti inerenti la proposta di legge regionale presentata in Toscana, nella scheda “AIUTI DI STATO” alla I° sezione relativa ai “criteri per verificare l’eventuale presenza di un aiuto di Stato” si arriva addirittura a ritenere l’atto idoneo in tal senso!
Non ci si accontenta dell’arruolamento unilaterale ed illegittimo di competenze statali alla Regione, si tenta pure di farlo, almeno in parte, con i soldi dello stesso Stato e questo ci pare una ulteriore assurdità!
È sicuramente cosa nota alle SS.LL. che la questione di cui si discute, è parte di un contenzioso in atto da molti anni fra il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e l’Organizzazione di volontariato Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, questione che trova origine nella “pretesa” dell’associazione C.N.S.A.S. di essere detentrice di poteri non delegabili che le norme vigenti attribuiscono in via esclusiva allo Stato.
Impossibile non accorgersi del tentativo della predetta Organizzazione di volontariato di acquisire un sempre maggiore spazio nell’attività di Soccorso Pubblico.
Come non considerare i puntuali e ripetuti tentativi posti in atto dal C.N.S.A.S. di assumere l’esclusività o il coordinamento di spazi sempre più ampi dell’attività di Soccorso Pubblico attraverso la via legislativa, regionale e nazionale (più volte evidenziati ed ostacolati da questa O.S. CONAPO), come ad esempio la Legge regionale n. 24 del 2017 della Regione Friuli Venezia Giulia, che espressamente prevede, all’art. 1 comma 2, che la Regione, per gli interventi di soccorso sanitario e non sanitario in ambiente montano, ipogeo, ostile e impervio, si avvalga stabilmente del CNSAS FVG Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico.
Per quanto concerne il livello regionale, si tratta di proposte analoghe a quella qui in discussione, alcune delle quali divenute da tempo leggi effettive in aperto contrasto con la normativa nazionale, anche di rango costituzionale. A questo si aggiunge la stipula di convenzioni e protocolli di intesa volti a promuovere la collaborazione operativa con diverse Amministrazioni dello Stato a carattere sia civile che militare, nonché addirittura con Enti come quello del Parco del Vesuvio e della Riserva naturale dello Zingaro, tutte criticità già segnalate alle SS.LL. anche di recente (si veda nota CONAPO nazionale prot. 8/2023 – allegato 6).
Su questo punto si deve purtroppo rilevare che, andando oltre quanto potrebbe essere previsto nei citati atti collaborativi, alcune di queste Amministrazioni svolgono attività di Soccorso Pubblico congiuntamente all’Organizzazione di volontariato C.N.S.A.S., omettendo il rispetto dei livelli di competenza previsti dalle norme vigenti in materia e costituendo, nei fatti, un sistema di Soccorso Pubblico parallelo a quello ufficiale (vedasi protocolli di intesa fra il C.N.S.A.S. e Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Aeronautica Militare).
In aggiunta, risulta doveroso evidenziare la costante opera di disinformazione, nella quale viene sostenuta un’interpretazione della normativa vigente in materia di Soccorso Pubblico del tutto estranea alla verità giuridica.
Nelle Leggi regionali si sta assistendo infatti ad un vero e proprio tentativo di “aggirare la normativa nazionale”. Ci si riferisce all’invenzione di una nuova codifica delle condizioni delle persone coinvolte in un evento incidentale, denominata “a rischio di evoluzione sanitaria”.
Il percorso “logico-giuridico” seguito sembrerebbe con ogni probabilità il seguente: la Regione assegna al C.N.S.A.S. l’esclusività di proprio partner nel soccorso sanitario; ne consegue che se una persona si trova in una condizione ipotizzata quale “a rischio di evoluzione sanitaria”, allora l’intervento di soccorso è di competenza regionale e viene quindi affidato al C.N.S.A.S.
Non è necessario essere esperti conoscitori della materia per comprendere che chiunque si trovi a dover richiedere soccorso, anche se illeso al momento della richiesta, può essere definito “a rischio di evoluzione sanitaria”, anche se dovesse essere solo stanco e disorientato. Ma se si segue questo criterio (peraltro inesistente ed unico al mondo) allora chiunque sarebbe sempre da considerarsi “a rischio di evoluzione sanitaria” e l’intero sistema di soccorso italiano (ma anche europeo e internazionale) dovrebbe modificarsi radicalmente!
La verità è che il Soccorso Sanitario riguarda la necessità “conclamata” di compiere atti medici e infermieristici nonché atti di primo soccorso sanitario (e per questi ultimi anche i Vigili del Fuoco sono tutti addestrati) ma non riguarda la fase tecnica di soccorso che precede e si accompagna a quella sanitaria. Peraltro, in ogni tipologia incidentale prima che possano intervenire i sanitari sussiste la necessità di mettere in sicurezza tecnica lo scenario incidentale; e questo è un compito esclusivo dei Vigili del Fuoco.
Si tratterebbe dunque di maldestri tentativi di superare i vincoli imposti dalla Legislazione nazionale, posti in essere da un’organizzazione di volontariato che in vari contesti ha incontrato la volontà regionale di appropriarsi di fatto di importanti compiti di esclusiva competenza dello Stato e che lo sarà anche in Toscana se le SS.LL. continueranno a non dare la dovuta attenzione al fenomeno.
Non deve sfuggire infatti come, da un lato, il C.N.S.A.S. rivendichi un ruolo nelle attività di competenza statale mentre, dall’altro lato, faccia la guerra allo Stato, anche attraverso azioni legali, se le Amministrazioni Statali non si piegano al suo volere!
Da ultimo, come non considerare la problematica relativa all’ampio uso degli elicotteri sanitari delle imprese private con le quali le Regioni stipulano contratti per lo svolgimento di operazioni di soccorso chiaramente non sanitarie, come i soccorsi a persone illese e la ricerca dei dispersi.
Si tratta di un uso improprio di risorse sanitarie, pagate dai cittadini con i soldi destinati alla sanità e quindi sottratti ai servizi sanitari, nonostante lo Stato garantisca già tale servizio di soccorso attraverso i reparti volo di tutti i suoi Corpi dello Stato.
Una voce di bilancio considerevole alla luce anche dalle notizie che giungono proprio di recente dal Veneto e che non necessitano sicuramente di ulteriori commenti (leggasi “Soccorsi in montagna, in tanti non pagano: “Un buco da 400 mila euro”. In Veneto pronto l’incarico per una società di riscossione, Zanoni: “Serve urgentemente una soluzione” – il Dolomiti” – allegato 7).
In conclusione, questa O.S. CONAPO chiede alle SS.LL. un’azione urgente e risolutiva della problematica, che riporti le competenze ai legittimi assegnatari ed eviti pericolosi contenziosi e spreco di risorse pubbliche.
IN PARTICOLARE, SI CHIEDE:
1) di procedere a regolare i corretti rapporti fra il C.N.VV.F. e l’Organizzazione di volontariato C.N.S.A.S. secondo quanto previsto dalla normativa vigente, impedendo che vengano diffuse interpretazioni capziose ed errate delle norme;
2) di fornire idonei strumenti a tutte le Prefetture di Italia in maniera che vigilino e prevengano il ripetersi delle diffuse criticità operative e di immagine della macchina dei soccorsi (come quella di Vicenza del 2 giugno u.s.) e sulle criticità legislative di cui sopra;
3) di impedire che la Proposta di Legge n. 185/2023 della Regione Toscana si concretizzi in una vera e propria Legge nella parte in cui legifera in materie e competenze riservate allo Stato;
4) di emanare una chiara Direttiva che riporti l’operato delle Regioni in materia di Soccorso Pubblico nell’ambito delle loro competenze;
5) di emanare precise Direttive a tutti i Corpi civili e militari dello Stato al fine di riportare il contributo all’attività di Soccorso Pubblico da questi eventualmente fornito, nell’ambito di quanto previsto dalla legislazione vigente;
Il CONAPO è fermamente convinto che sia possibile un futuro nel quale i rapporti fra
l’Organizzazione di volontariato C.N.S.A.S. e lo Stato, con particolare riferimento al C.N.VV.F., possano divenire di grande e proficua collaborazione, ad esclusivo vantaggio di chi necessita di essere soccorso.
Ciò però potrà avvenire solo se si sarà capaci di agire nell’esclusivo interesse pubblico e nel rispetto delle norme, rinunciando all’esercizio del potere.
Il CONAPO, primo e più rappresentativo sindacato del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, rimane a disposizione per qualsivoglia ulteriore approfondimento e resta in attesa di cortese riscontro.
Distinti saluti.